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Domenica pomeriggio ho partecipato al fashion show organizzato da Passaro Sposa.
La mia prima sfilata di abiti da sposa! Mi ha emozionato, merito dei giochi di luce, delle coreografie, ma soprattutto merito degli abiti, della cura posta nella scelta dei tessuti, dei dettagli e dei ricami. 


Il fashion show è stato un vero viaggio nel tempo, iniziato ai giorni nostri, gli anni di facebook, della vita frenetica, delle donne che si sposano in moto, fiori in una mano, cellulare nell’altra!  
Donne forti, decise, che alla gonna preferiscono un paio di pantaloni, ma non rinunciano al lato romantico, lo ricercano nel pizzo, nel bianco più candido. Donne che hanno le radici ben salde negli anni 70 - 80, gli anni dei primi cd e dei mangiadischi. Gli anni di Giovanni Paolo II che ci sprona a credere all'amore “ovunque esso si trovi”, mentre il nuovo femminismo grida “Io sono mia”. 

E, ancor di più negli anni  60, in cui Mary Quant, ispirandosi a Twiggy, regala al mondo la prima minigonna! E mentre i Beatles fanno sognare Liverpool, l'Italia è patria della Dolce Vita. Gli abiti da sposa sono morbidi, cadono sulla silhouette in modo naturale e non hanno bisogno di ricami pomposi. Lo show continua, si va a ritroso. Negli anni 30. Amelia è la prima donna a sorvolare l’Atlantico, in America cade il proibizionismo, mentre in Europa si diffondono i grandi regimi; gli abiti lunghi e fascianti delle spose si arricchiscono di frange e piume.  

Ancora più indietro, nei ruggenti anni 20 delle flapper girls, figlie del suffragio universale, del Grande Gatsby, del jazz e del Charleston. Audrey Hepburn, un tubino nero di Givenchy, e le famose vetrine  della Quinta Strada  divengono leggenda.  Gandhi ci insegna “Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo”. La donna degli anni 20 fuma, si trucca, lavora e frequenta locali notturni alla moda. E’ una ragazza dal piglio mascolino, magra e dai capelli corti. Una donna dinamica, che sogna il grande giorno con un abito scivolato, a sottabito, con spalline a filo, che metta la schiena in primo piano. Obbligatorio un accessorio nei capelli, una cloche o una fascia gioiello, arricchita da strass e piume. 
Lo show si conclude nell'epoca vittoriana, l’epoca della donna angelo dal doppio volto. Casta, puritana e repressiva. Ma anche sensuale, spregiudicata e voluttuosa. Gli abiti da sposa di quest’epoca sono quelli più apprezzati dalle ragazze romantiche (me compresa), vita stretta, un corpetto aderente impreziosito da ricami e pizzi, la gonna ampia, voluminosa. Maschere, ventagli e lunghi strascichi, rendono tutto ancora più magico. 


La sfilata è stata un trionfo sotto ogni aspetto, ogni abito era una creazione unica, realizzato con metodi artigianali nei più piccoli dettagli. Al termine ho avuto il piacere di conoscere la stilista Pinella Passaro, figlia di 4 generazioni di esperienza nel settore. Ma di lei e dei suoi splendidi abiti tornerò a parlarvi presto, per oggi vi lascio alle foto, che spero vi trasmettano almeno parte delle emozioni provate assistendo ad una delle sfilate più belle in assoluto. 

Fatemi sapere quali abiti preferite e in quale epoca vi rispecchiate di più!


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Special thank's to Marco Ferro for photos

XoXo
Lucia Palermo