Ormai lo sapete: io amo viaggiare.
Amo ogni momento di un viaggio, quello che lo precede, quando
riempio la valigia e svuoto la mente per accogliere il nuovo; il momento in cui
scopro, conosco, mi emoziono nel posto che ho scelto di visitare; ed anche il
momento dopo, quando torno qui, o sui social, o di persona a raccontare tutto.
In
viaggio ho una sola regola: mai tornare nello stesso posto. Non importa quanto
cuore io ci abbia lasciato. Fuerteventura è stata l’eccezione. Perché la
sensazione di libertà e di pace che trasmette quell’isola è semplicemente
imparagonabile.
Ritornare a Fuerteventura
è stato come ritornare a casa, anche se in questi 8 anni l’isola è cambiata,
soprattutto Corralejo che è diventata ancora più grande, popolata e
ricca di pub, ristoranti e locali.
Anche questa volta ho scelto di alloggiare a Corralejo, perchè questa cittadina continua ad essere un punto strategico abbastanza completo: vicina alle spiagge più famose e la località più viva di sera. Ma stavolta il mio desiderio era vivere l’isola da local, quindi ho optato per un appartamento: “Saniko”, prenotato tramite iRentFuerteventura. E l’ho amato! Era in pieno centro, inserito all’interno di un condominio che aveva però tutti i vantaggi di un resort.
E’ stato inevitabile stringere amicizia con i miei vicini di casa, il pomeriggio rientrando ci ritrovavamo a bordo piscina (si c’era anche la piscina) a raccontarci le nostre vite (e allenare così anche il mio inglese arrugginito). L’appartamento poi era completo di tutto, moderno e pulito. Ammetto che lasciarlo è stato difficile, mi ero abituata alla mia “vita canaria”.
Anche questa volta ho deciso di fittare un’auto, penso che questo resti il modo migliore per vivere tutta l’isola senza vincoli. Ho provato un colpo al cuore nel rivedere il Parco Nazionaledelle Dune, la spiaggia bianchissima di El Cotillo e sono finalmente riuscita a vedere la laguna di Sotavento. Non sono tornata ad Ajuy, ma se voi andate per la prima volta a Fuerteventura dovete assolutamente dedicare mezza giornata alle sue Dune solidificate che sono monumento naturale dal 1994 e la sua spiaggia nera come il carbone.
In compenso, di ritorno dalla visita al piccolo villaggio di Betancuria, antica capitale dell’isola mi sono fermata per ammirare il tramonto a “las Bohemias Del Amor”, un piccolo Ristorante nel Puertido de Los Molinos, un villaggio di pescatori fuori dal mondo. In questa piccola conca nera non c’è linea, non ci sono rumori, suoni, voci. C’è l’assoluta quiete e l’immensità dell’oceano. E’ stata una delle esperienze più emozionanti.
E, se la volta scorsa mi ero spinta fino alla punta più estrema, per salutare la Porta di Nettuno, questa volta ho deciso di esplorare l’entroterra in altezza, scalando una montagna, in un percorso di trekking abbastanza difficile (ve lo consiglio solo se siete allenati) per ammirare l’Arco De Las Penitas, una vera opera d’arte limata nel tempo da vento e sabbia.
L’arco si trova su una delle montagne del Barranco de las Penitas, un’oasi dal sapore africano. Arrivare fino alla cima è davvero difficile, sia perché l’arco dal basso non è visibile, sia perché il percorso non è segnalato ne messo in sicurezza, quindi dovrete fare molto affidamento al vostro intuito e alle persone che magari sono in cammino come voi. Io sono stata aiutata da una coppia di turisti, altrimenti dubito che sarei riuscita a scalare l’ultima parte, ma appena ho visto la cima, la mia paura dell’altezza è stata messa a tacere dall’unicità di ciò stavo guardando.
Immancabile anche l’escursione alla vicina Isla de Lobos, sempre mozzafiato con le sue acque cristalline, le case dei pescatori e l’unico ristorante affacciato sul mare (vi consiglio di prenotare in anticipo se volete pranzare qui perché è sempre pieno).
Fuerteventura resta il mio
posto preferito, troppo difficile da racchiudere in poche battute, troppo difficile
dire cosa vale la pena vedere, perché davvero Fuerteventura è troppo di tutto.
Ad oggi è una meta che consiglio a chi vuole una vacanza detox, a chi vuole
ricentrarsi e ritrovarsi, a chi vuole cimentarsi nel surf, a chi ama la natura
selvaggia ed incontaminata. Non è il posto adatto a chi ama la vita notturna,
che qui non è molto sviluppata, ma va benissimo così perché Fuerteventura resta
semplicemente perfetta.
Per questo motivo, ancora una
volta le ho detto “Arrivederci” e non “Addio”.
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